Home > CRAL CENTRALE > Newsletter > ANGELO BORGHI, un uomo rinascimentale
Il fondatore della casa di cura e poliambulatorio Gaetano e Piera Borghi di Brebbia, si racconta in una lunga intervista “a cuore aperto”.
sabato 14 maggio 2022, di
In occasione della firma della convenzione tra CRAL Whirlpool e Casa di Cura Fondazione Gaetano e Piera Borghi, che consentirà ai soci di accedere alle numerose prestazioni del poliambulatorio a tariffe agevolate, Angelo Borghi si concede in una lunga intervista, nella quale parla della Fondazione dedicata ai suoi genitori, ma anche dei suoi legami con la Ignis dei tempi d’oro e con l’attuale Whirlpool, nonché della sua passione per la scienza e per la sostenibilità ambientale.
Come nasce la Fondazione Gaetano e Piera Borghi, oggi una delle più importanti strutture sanitarie del nostro territorio?
Dopo la morte di mia madre, all’inizio degli anni ‘90 - mio padre era scomparso nel 1978 - ho deciso di costruire una struttura che rimanesse nel tempo, qualcosa di tangibile, di utile alle persone del territorio, che ricordasse la memoria dei miei genitori e che potesse essere proseguito dai miei figli. In un primo momento si era pensato ad una Casa di Riposo, che poi è stata effettivamente realizzata; presto, però, il progetto si è sviluppato, orientandosi alla creazione di una Casa di Cura con indirizzo riabilitativo e annesso poliambulatorio. Esistevano poche realtà analoghe e si è così ampliata l’offerta, con l’introduzione di apparecchiature all’avanguardia e la ricerca sul territorio dei medici migliori per avviare questa nuova struttura. Abbiamo prima realizzato la Casa di Cura, poi, il 1° giugno 2004, è stato aperto al pubblico il poliambulatorio. Non abbiamo mai smesso di crescere. Ad oggi stiamo ampliando l’immobile per incrementare la struttura di altri 30 posti letto.
Questa struttura è una vera eccellenza sul nostro territorio. Quali sono le sue particolarità?
Per il ricovero siamo un’eccellenza nel campo neurologico. Grazie alla collaborazione con medici specialisti con elevata esperienza e competenza e alla disponibilità di apparecchiature ad alta tecnologia, abbiamo creato un ambulatorio di riferimento per la malattia di Parkinson e i disturbi del movimento; l’ambulatorio fornisce prestazioni che vanno dalla diagnosi fino alla gestione delle terapie più avanzate, garantendo un’assistenza che pochissimi in Italia sono in grado di offrire. Siamo tra i primi anche nella branca specialistica della diagnostica per immagini, grazie alla strumentazione di ultima generazione e al nostro organico, che vanta i migliori specialisti.
Come mai sorge proprio a Brebbia?
Brebbia perché era al centro di un territorio completamente sprovvisto di strutture analoghe, con un importante bacino di utenza. Il dottor D’Agata - allora sindaco di Brebbia - e l’Amministrazione Comunale credettero nel progetto sin dalle origini. Così ebbe inizio l’avventura. Abbiamo individuato un terreno idoneo e intrapreso i lavori. Era un bosco, ho ancora le fotografie… Abbiamo impiegato due mesi solo per tagliare le piante per poter determinare i confini. Siamo partiti così! In cinque anni abbiamo costruito più di 10.000 metri quadri ad uso sanitario, che implica un’impiantistica completamente diversa dall’uso civile e residenziale.
La Fondazione ha appena sancito un accordo di convenzione con il CRAL Whirlpool. Le fa piacere questo collegamento ideale tra la sua famiglia, il cui nome è indissolubilmente legato all’azienda, e la realtà della fabbrica e del CRAL dei lavoratori Whirlpool?
Il piacere è duplice, perché oltre al legame ben noto con la famiglia, c’è anche un legame personale. In effetti, ho cominciato a lavorare come dipendente all’allora Ignis nel 1969, nel reparto fonderia, dove sono rimasto nove anni. Lì ho fatto la prima gavetta, per volere di mio padre. Dopo la sua scomparsa mi sono dedicato ad altro perché le ambizioni erano diverse, ma sono rimasto attaccato a questo Gruppo e ai suoi lavoratori. Ogni tanto ci torno per motivi di lavoro, in quanto la mia azienda opera nel settore dei compressori per frigoriferi (siamo tra i primi produttori al mondo), e mi capita ancora di vedere in alcuni punti dell’edificio le fotografie di mio nonno Guido - lo ricordo benissimo - e anche di mio padre, oltre che dei miei zii Giovanni e Giuseppe.
Per concludere, suo zio ha fondato il CRAL nel 60, in particolare una delle primissime sezioni, quella della caccia e tiro. Tutti lo ricordano perché ha fatto le scuole, il convitto, le case e tante altre cose, ma gli mancava ancora la parte sanitaria. Lei si sente di aver completato il cerchio?
Sì, ho completato il cerchio e non è stato facile. Questa cosa l’ho voluta e l’ho perseguita, insieme ai miei figli. Abbiamo lavorato notte e giorno. Grazie alla mia preparazione tecnica siamo riusciti a realizzare uno stabile che, quando è entrato in funzione nel 2004, era tecnologicamente la prima struttura in Europa dal punto di vista sanitario. Oggi l’abbiamo inoltre dotata di tecnologie particolari che la portano a non consumare energia e a non avere un impatto sull’ambiente.
Il personaggio:
Angelo Borghi è un uomo dall’eleganza discreta, può apparire riservato ma quando si apre è diretto e sincero, senza fronzoli, come la gente di questo territorio. Per molti versi un vero uomo rinascimentale. Ci confida questa sua piccola regola di vita: “Mio padre mi ha insegnato a stare ‘schiscio schiscio’: mai fare vedere quello che sai, quello che sei e quello che hai”.
È un personaggio complesso, eclettico. Oltre al suo lavoro, si appassiona di tutto e tutto lo interessa. Qui alcune piccole curiosità che lo riguardano:
Sportivo nell’anima, ha giocato anche a pallacanestro, da amatore, prima ancora della nascita del CRAL: “insieme a Dino Meneghin e ai futuri grandi giocatori della squadra, con la Fides iniziavamo a giocare le prime partite”.